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Rrose IV

Progettista
German Frers
Anno di progetto
1983
Cantiere di costruzione
Newport Offshore Shipyard (Rhode Island, USA)
Anno di varo
1983
Lunghezza dello scafo (LOD/LOH)
17,80 mt
Lunghezza di armamento (LOA incluso bompresso)
17,80 mt
Larghezza massima
4,75 mt
Cantiere ultimo restauro
Primadesign (Firenze)
Anno ultimo restauro
2024
Armamento
Sloop
Classe
IOR
Materiale scafo
Alluminio
Materiale albero e boma
Alluminio

Rrose IV è stata una delle sei Rrose Selavy, lo pseudonimo con cui l’artista dadaista Michel Duchamp firmava le sue opere scelto come nome delle sue barche da Riccardo Bonadeo, con la moglie Sciaké fra i protagonisti dell’era IOR e delle regate d’altura internazionali dai primi anni 70. Fra gli artefici del consorzio di Azzurra per la prima sfida italiana in Coppa America nel 1983, fra i fondatori della North Sails Italia, Commodoro dello Yacht Club Costa Smeralda e attualmente presidente di One Ocean Foundation, Bonadeo è soprattutto un appassionato uomo di mare e che ha sempre scelto barche capaci di vincere ma anche di portarlo in crociera con famiglia e amici. Con la prima, uno Swan 44 di Sparkman & Stephens, insieme alla moglie e a un gruppo di velisti portofinesi vince, all’esordio sui campi da regata, la Settimana delle Bocche del 1972 e, l’anno successivo, la Giraglia. La seconda è Moonshine, un progetto di Doug Peterson, primo esemplare della serie Contessa 43′ costruita dal cantiere del geniale velista e costruttore inglese Jeremy Rogers e, con la squadra britannica, già brillante protagonista dell’Admiral’s Cup ’77; Rrose Selavy II sarà fra le tre barche che rappresenteranno l’Italia all’Admiral’s Cup ’79, quella della tempesta del Fastnet. Nel 1980, è il turno di Tatoosh, un 47′ disegnato da German Frers e costruito in alluminio negli USA che diventa il Rrose Selavy III. Presto seguito da Temptation, un piccolo Maxi IOR di 59′ progettato da German Frers per il Commodoro del New York Yacht Club, John Santry Jr.
Racer con grandi doti marine, viene varato nel 1983 dal cantiere specialista dell’alluminio Newport Offshore Shipyard. Titolare del più importante studio di progettazione aeronautica dell’epoca, Santry Jr sceglie per la sua costruzione una particolare lega d’alluminio (DAA 72722) dall’eccezionale robustezza.
Per tre anni Temptation colleziona successi sui campi di regata statunitensi per poi traversare l’Atlantico e partecipare al Fastnet. Arruolata nel 1987 dalla famiglia Bonadeo, diventa la quarta Rrose Selavy, partecipa al Mondiale Maxi 1988 e colleziona per diversi anni brillanti risultati in Mediterraneo.
Sono progetti di Frers anche quelli delle due successive Rrose Selavy, commissionate e fatte costruire in Nuova Zelanda da Yan Cook: nel 1995 un Mini-Maxi di 65 piedi e nel 2000 il 73′ piedi.

Con l’armatore successivo a Bonadeo riprende nome di Temptation, poi il suo attuale proprietario la ribattezza Rrose IV, in ricordo di tante regate e vittorie di un grande yachtsman italiano. 
Dopo 7 anni sull’invaso, la barca ha ricevuto una ristrutturazione totale e da racer puro si è trasformata in una veloce barca da crociera con una ampia abitabilità interna, una grande semplificazione del piano di coperta con doppio pozzetto, un potente nuovo motore da 110 HP ed un tecnologico modernissimo impianto elettrico ed elettronico. Sartiame nuovo. Tutto nuovo eccetto lo scafo, la chiglia, l’albero. 
Non è possibile per VSV dichiarare che il restauro sia stato conservativo o filologico, perché troppe sono le modifiche. Ma la barca è stata salvata e con lei le sue splendide linee d’acqua, la sua magnifica costruzione in alluminio che resteranno un esempio completamente restaurato della progettazione e costruzione di uno IOR che ha partecipato ai più alti livelli alla Storia dello Yachting. 

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