Ojalà II

Progettista
Sparkman & Stephens
Anno di progetto
1972
Cantiere di costruzione
Royal Huisman Shipyard (Vollenhove, Paesi Bassi)
Anno di varo
1973
Lunghezza dello scafo (LOD/LOH)
11,54 mt
Lunghezza in coperta (LOD)
11,00 mt
Larghezza massima
3,49 mt
Immersione
1,98 mt
Dislocamento
8.212 kg
Certificato di stazza
CIM
Cantiere ultimo restauro
Cantiere Pezzini (Viareggio, LU)
Anno ultimo restauro
2009
Armamento
Sloop Marconi
Classe
One tonner
Materiale scafo
Alluminio
Materiale albero e boma
Alluminio
Superficie velica
84,39 mq
Motorizzazione
Volvo Penta D2-55
Numero velico
K 4702
Club o associazione di appartenenza
RORC, Vele Storiche Viareggio

“Magari!”… Così rispondeva ai suoi amici Charles Holland, inglesissimo gentiluomo e yachtman, residente in Italia, quando gli chiedevano se avrebbe finalmente realizzato il suo sogno di sempre, quello di possedere una barca a vela. Quegli amici erano argentini e perciò, in quelle conversazioni, il “magari” era “ojalà”. Ed è così che, a sogno realizzato, si sono chiamate le sue barche.

Ojalà II, è un elegante One Tonner, disegnato nel 1972 da Sparkman & Stephens e costruito nel 1973 in alluminio, in Olanda, dal Cantiere Royal Huisman. Il suo primo obiettivo è disputare la One Ton Cup, che in quell’anno si correva in Sardegna. Varata la barca in Olanda, dopo una settimana Charles Holland intraprende il lungo trasferimento, ma passando lungo le coste dell’Inghilterra realizza che sta per partire il Fastnet: in un appassionante fuori programma organizza un equipaggio con degli amici inglesi e partecipa all’edizione ’73 della mitica regata! Malgrado le capacità sue e del suo ottimo equipaggio, in Sardegna Mr. Holland nulla può contro la maestria del vincitore, l’Ammiraglio Straulino su Ydra, e contro la grande innovazione di Ganbare di Doug Peterson, ex allievo dello studio S&S, che proprio in quell’anno e in quella occasione, si è affacciata sulla scena internazionale dello yachting sportivo.

Ojalà, in un certo senso, rappresenta uno degli ultimi disegni di purosangue IOR classico, prima della grande rivoluzione impressa da Peterson, sulle forme e sui pesi. Da sempre della famiglia Holland, non ha mai smesso di navigare e la figlia del grande Charles, Susan, è oggi la sua felice e generosa armatrice.
Ha effettuato due volte la traversata atlantica, l’andata nel 1977 lungo gli alisei, ed il ritorno, nel 1978, sulla rotta ortodromica.
Nei suoi primi 50 anni di vita, non c’è porto o rada del Mediterraneo in cui non abbia gettato la sua ancora.

Nel 2008, dopo un lungo periodo dedicato alle crociere, Ojalà II entra nel Cantiere di Massimo Pezzini a Viareggio, specializzato nella costruzione e nel refitting di barche classiche, dove effettua i lavori di rifacimento della coperta di teak ed un generale lavoro di refitting degli interni e delle attrezzature, e lo scafo è stato tirato a lucido. Grande attenzione a leggerezza e robustezza della struttura e alle caratteristiche di stabilità proprie del progetto di Stephens hanno guidato i lavori, nel rispetto del concetto di restauro conservativo e non di trasformazione.

Al termine del refitting, nel 2010 Ojalà II, con un gioco di vele nuove, rigorosamente in Dacron, ha ripreso la sua attività sportiva, allungando il suo già importante palmarès. Partecipa ogni anno ai principali appuntamenti del Mediterraneo, sia in ambiente ORC, tra le barche odierne, che in ambiente CIM, nelle classifiche delle Barche Classiche e delle Barche IOR. Socia VSV, è sempre presente agli eventi dell’associazione.
Ojalà percorre, mediamente, dalle 3.000 alle 5.000 miglia all’anno. A bordo, solo amici. Sono tanti, tra quelli della prima ora, quelli più recenti, e quelli della “sezione primavera”, composta da figli e amici dei figli. Si avvicendano a bordo, nei numerosi eventi, accomunati dalla stessa filosofia di navigazione, fatta di bravura e di fair play, le componenti principali che fanno di Ojalà una “barca felice”.

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Informativa art. 1 co. 125-129
Legge 04/08/2017 n° 124

Soggetto erogante: Regione Toscana

Contributo ricevuto: € 704

Causale: contributo fondo perduto

Progetto: sostegno eventi sportivi

Anno erogazione: 2022

Totali: € 704

Dichiarazione di responsabilità

Ogni yacht, sotto la sua esclusiva responsabilità, decide se prendere o no la partenza, o se restare in gara.

I concorrenti partecipano alla regata e alla parata a loro rischio e pericolo e sotto la loro responsabilità a tutti gli effetti.

Gli organizzatori declinano ogni responsabilità per i danni che potrebbero subire le persone o le cose, sia a terra che in mare, in conseguenza della partecipazione alla manifestazione.

Si rammenta ai comandanti che essi rispondono personalmente di tutti gli incidenti che possono accadere ai loro yacht e ai loro equipaggi.

Sono dunque essi che dovranno accertarsi che siano state stipulate le assicurazioni necessarie per coprire tutti i rischi, ivi compresi quelli verso terzi. È competenza dei comandanti decidere in base alle capacità dell’equipaggio, alla forza del vento, allo stato del mare, alle previsioni meteorologiche ecc. se uscire o non uscire in mare e prendere parte alle prove in programma.

A seguito di una grave infrazione di comportamento o di spirito sportivo, il Comitato per le proteste (o Giuria) può escludere un concorrente dalla partecipazione alle prove successive, espellerlo dalla competizione o applicare altre sanzioni disciplinari. Ciò sarà applicato non solamente per le prove propriamente dette, ma anche per tutta la durata della manifestazione.

Il comandante è responsabile del comportamento del suo equipaggio e sanzioni possono essere contro di lui adottate, sino alla radiazione dello yacht dalla prova considerata, senza che altre sanzioni siano escluse.

Come valutiamo il valore storico delle imbarcazioni

La denominazione stessa della associazione indica un’attenzione al valore storico piuttosto che quello di età. Certamente le imbarcazioni di legno e di acciaio anteriori al 1951, quelle indicate come barche d’epoca, hanno sempre e comunque il diritto ad essere dichiarate di valore storico, e lo hanno sicuramente anche le barche considerate classiche, cioè costruite in esemplari unici fino al 1984.
Hanno valore storico le barche che hanno compiuto imprese degne di nota anche se sono recenti e appartengono a serie in vetroresina. Per le imbarcazioni di serie sono stati affinati i parametri che le rendono storiche.

Sono ammesse imbarcazioni:

  • in legno costruite in fasciame classico;
  • costruite in lamellare di legno, strip planking, fasciame incrociato, doppio fasciame, compensato marino anteriori al 1980;
  • in acciaio o alluminio il cui progetto/costruzione abbia un valore storico o rappresenti una realizzazione artigianale che dimostri conoscenza delle tecnologie progettuali e costruttive e valore culturale purché anteriori al 1975;
  • in fibra di vetro solo se appartenenti ad alcuni cantieri e progettate da alcuni progettisti che garantiscano la storicità del modello e di costruzione anteriore al 1984.

C&N, Nautor, Baltic, Hinkley, C&C, Solaris, Benello, Nordcantieri, Alpa, Comet sono un esempio di cantieri di cui apprezziamo la produzione e riconosciamo la storicità.
Sparkman&Stephens, Camper&Nicholson, Frers, Peterson, Holland, Carter, Sciarrelli, Vallicelli, Sciomachen sono fra i progettisti di imbarcazione di valore storico.
Sono ammesse le prime 5 imbarcazioni in vetroresina delle serie costruite da qualsiasi cantiere purché anteriori al 1984.
Sono ammesse imbarcazioni di altri cantieri e altri progettisti non contemplati nella lista solo su valutazione del Comitato Tecnico all’atto della richiesta di iscrizione.

Secondo la loro forma di carena, velatura e stima delle performances saranno inserite in adeguate classi in funzione delle condizioni di vento.
La manifestazione può riunire barche costruite in un arco temporale di oltre 100 anni e l’esperienza insegna che, con qualsiasi tipo di handicap, è impossibile confrontare in regata barche così diverse.
Le regate si corrono quindi in tempo reale e le barche vengono suddivise in classi di similitudine di performance in quella data condizione metereologica, valide quindi solo per ogni singola edizione del raduno.
Non è quindi possibile definire in anticipo in quante classi la flotta sarà suddivisa, né in quale classe sarà inserita ogni barca. Le classi saranno note solo alla vigilia del raduno quando sarà chiaro il quadro delle condizioni metereologiche e quindi delle performance che varie tipologie di barche potranno sviluppare.
Per cercare di riparare a ingiustizie che potrebbero evidenziarsi al cambio dell’intensità del vento rispetto a quello previsto, invitiamo i partecipanti a lanciare sfide dirette a quelle barche che, anche se inserite in classi diverse, rappresentano loro diretti avversari; i risultati di queste sfide aiutano a dare soddisfazione ai partecipanti che si sentono mal giudicati dalla classifica generale.
Per le barche d’epoca e classiche iscritte all’AIVE e munite di rating CIM è prevista una classifica in tempo corretto. Anche le imbarcazioni progettate secondo il regolamento IOR, se presenti in numero significativo, potranno essere classificate secondo gli originari compensi ORC.

Ma, vogliamo precisare che il raduno non è solo la regata. Lo scopo della nostra associazione è la salvaguardia delle barche del passato, della storia dello yachting, della progettazione, delle tradizioni nautiche.
Oltre alle prove in mare ci saranno conferenze, visite ai cantieri di restauro, incontri e allegria per tutti.