Ninin

Progettista
Sergio Moiso
Anno di progetto
1995
Cantiere di costruzione
Sergio Moiso
Anno di varo
1996
Lunghezza dello scafo (LOD/LOH)
7,50 mt
Larghezza massima
2,45 mt
Immersione
1,10 mt
Armamento
Ketch Marconi
Materiale scafo
Legno
Materiale albero e boma
Legno
Superficie velica
22,00 mq

Ninin è una piccolissima imbarcazione progettata e costruita da Sergio Moiso, noto carpentiere e velista di Viareggio. Moiso aveva già costruito piccole barche in scatola di montaggio con i disegni ed il materiale fornito dall’architetto Ernesto Quaranta, quando il suo cantiere Sibma Navale era a Torino e aveva anche questa attività. 

Era il 1995 quando Moiso, piemontese, si trasferisce a Viareggio. In lui prende forma il desiderio di costruire una imbarcazione che nasca però da un progetto tutto suo.
Sei mesi di lavoro e Ninin – vezzeggiativo piemontese che significa “piccola cosa graziosa” – prende forma e nel 1996 la piccola imbarcazione viene varata.

5,5 metri di lunghezza, scafo in compensato marino okumè omologato Rina fornito da Bellotti, legni di varie essenze per la realizzazione delle parti strutturali e Douglas per l’albero. A scafo ultimato Ninin non esce dal garage dove è stata costruita e Sergio sarà costretto ad abbattere parte di una parete.
Per aumentare la superficie della vela di prua, viene realizzato un piccolo bompresso. A poppa, oltre al timone appeso, trova posto un piccolo motore fuoribordo. Sergio Moiso, con quella sua piccola creatura, incrocerà fuori Viareggio fino all’Elba e in Costa Azzurra.
Tre anni dopo, era il 1999, nasce l’idea di allungare a poppa la barchetta, di 120 cm. Viene realizzato un grande gavone e montato un albero di mezzana per spostare il centro velico. Nel contempo verrà posizionato un motore entrobordo. Il timone appeso viene sostituito con una pala incernierata ad uno skeg e poggiata su un preposto calcagnolo. È nato un piccolo ketch bermudiano.
Nel 2000 Ninin seconda viene certificata e abilitata alla navigazione oltre le sei miglia dalla costa e Sergio la farà accarezzare anche dalle onde delle Bocche di Bonifacio.

Ventinove anni dopo l’abbattimento di quella parete del garage di Sergio, quella piccola cosa graziosa naviga tuttora. Sicura, leggera e morbida. Danza armoniosa sulla cresta delle onde ed offre bellissime sensazioni e una esperienza di navigazione che mette in pace l’anima come, forse) solo i legni sanno fare.

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Informativa art. 1 co. 125-129
Legge 04/08/2017 n° 124

Soggetto erogante: Regione Toscana

Contributo ricevuto: € 704

Causale: contributo fondo perduto

Progetto: sostegno eventi sportivi

Anno erogazione: 2022

Totali: € 704

Dichiarazione di responsabilità

Ogni yacht, sotto la sua esclusiva responsabilità, decide se prendere o no la partenza, o se restare in gara.

I concorrenti partecipano alla regata e alla parata a loro rischio e pericolo e sotto la loro responsabilità a tutti gli effetti.

Gli organizzatori declinano ogni responsabilità per i danni che potrebbero subire le persone o le cose, sia a terra che in mare, in conseguenza della partecipazione alla manifestazione.

Si rammenta ai comandanti che essi rispondono personalmente di tutti gli incidenti che possono accadere ai loro yacht e ai loro equipaggi.

Sono dunque essi che dovranno accertarsi che siano state stipulate le assicurazioni necessarie per coprire tutti i rischi, ivi compresi quelli verso terzi. È competenza dei comandanti decidere in base alle capacità dell’equipaggio, alla forza del vento, allo stato del mare, alle previsioni meteorologiche ecc. se uscire o non uscire in mare e prendere parte alle prove in programma.

A seguito di una grave infrazione di comportamento o di spirito sportivo, il Comitato per le proteste (o Giuria) può escludere un concorrente dalla partecipazione alle prove successive, espellerlo dalla competizione o applicare altre sanzioni disciplinari. Ciò sarà applicato non solamente per le prove propriamente dette, ma anche per tutta la durata della manifestazione.

Il comandante è responsabile del comportamento del suo equipaggio e sanzioni possono essere contro di lui adottate, sino alla radiazione dello yacht dalla prova considerata, senza che altre sanzioni siano escluse.

Come valutiamo il valore storico delle imbarcazioni

La denominazione stessa della associazione indica un’attenzione al valore storico piuttosto che quello di età. Certamente le imbarcazioni di legno e di acciaio anteriori al 1951, quelle indicate come barche d’epoca, hanno sempre e comunque il diritto ad essere dichiarate di valore storico, e lo hanno sicuramente anche le barche considerate classiche, cioè costruite in esemplari unici fino al 1984.
Hanno valore storico le barche che hanno compiuto imprese degne di nota anche se sono recenti e appartengono a serie in vetroresina. Per le imbarcazioni di serie sono stati affinati i parametri che le rendono storiche.

Sono ammesse imbarcazioni:

  • in legno costruite in fasciame classico;
  • costruite in lamellare di legno, strip planking, fasciame incrociato, doppio fasciame, compensato marino anteriori al 1980;
  • in acciaio o alluminio il cui progetto/costruzione abbia un valore storico o rappresenti una realizzazione artigianale che dimostri conoscenza delle tecnologie progettuali e costruttive e valore culturale purché anteriori al 1975;
  • in fibra di vetro solo se appartenenti ad alcuni cantieri e progettate da alcuni progettisti che garantiscano la storicità del modello e di costruzione anteriore al 1984.

C&N, Nautor, Baltic, Hinkley, C&C, Solaris, Benello, Nordcantieri, Alpa, Comet sono un esempio di cantieri di cui apprezziamo la produzione e riconosciamo la storicità.
Sparkman&Stephens, Camper&Nicholson, Frers, Peterson, Holland, Carter, Sciarrelli, Vallicelli, Sciomachen sono fra i progettisti di imbarcazione di valore storico.
Sono ammesse le prime 5 imbarcazioni in vetroresina delle serie costruite da qualsiasi cantiere purché anteriori al 1984.
Sono ammesse imbarcazioni di altri cantieri e altri progettisti non contemplati nella lista solo su valutazione del Comitato Tecnico all’atto della richiesta di iscrizione.

Secondo la loro forma di carena, velatura e stima delle performances saranno inserite in adeguate classi in funzione delle condizioni di vento.
La manifestazione può riunire barche costruite in un arco temporale di oltre 100 anni e l’esperienza insegna che, con qualsiasi tipo di handicap, è impossibile confrontare in regata barche così diverse.
Le regate si corrono quindi in tempo reale e le barche vengono suddivise in classi di similitudine di performance in quella data condizione metereologica, valide quindi solo per ogni singola edizione del raduno.
Non è quindi possibile definire in anticipo in quante classi la flotta sarà suddivisa, né in quale classe sarà inserita ogni barca. Le classi saranno note solo alla vigilia del raduno quando sarà chiaro il quadro delle condizioni metereologiche e quindi delle performance che varie tipologie di barche potranno sviluppare.
Per cercare di riparare a ingiustizie che potrebbero evidenziarsi al cambio dell’intensità del vento rispetto a quello previsto, invitiamo i partecipanti a lanciare sfide dirette a quelle barche che, anche se inserite in classi diverse, rappresentano loro diretti avversari; i risultati di queste sfide aiutano a dare soddisfazione ai partecipanti che si sentono mal giudicati dalla classifica generale.
Per le barche d’epoca e classiche iscritte all’AIVE e munite di rating CIM è prevista una classifica in tempo corretto. Anche le imbarcazioni progettate secondo il regolamento IOR, se presenti in numero significativo, potranno essere classificate secondo gli originari compensi ORC.

Ma, vogliamo precisare che il raduno non è solo la regata. Lo scopo della nostra associazione è la salvaguardia delle barche del passato, della storia dello yachting, della progettazione, delle tradizioni nautiche.
Oltre alle prove in mare ci saranno conferenze, visite ai cantieri di restauro, incontri e allegria per tutti.