Ci sono voluti 37 anni di ricerche per ricostruire la storia di Ilda. Tutto ebbe inizio nel 1976, quando Giancarlo Cioni acquistò per 7.500.000 lire una barca in legno costruita a Recco nel 1946. Da allora Ilda divenne parte della famiglia, protagonista di crociere e ricordi, fino alla scomparsa dei suoi armatori, Giancarlo e Maria Grazia.
Nel 1987, durante una crociera a Capraia, gli armatori conobbero Mario Traverso, che rivelò di aver costruito la barca nel suo cantiere La Ligure di Carpenteria e che al varo portava il nome Ciumbin (gabbiano in dialetto genovese). Traverso inviò poi una lettera con foto d’epoca del 1945, confermando la costruzione per l’amico Paolo Dufour e raccontando della gemella Gabriella. Negli anni successivi, ulteriori indizi arrivarono dal dott. Alberto Amoretti, che mostrò foto del 1964 in cui la barca appariva già con l’attuale configurazione.
Nel 2012, grazie all’amico Luca Ciomei, fu rintracciato a Recco l’ultimo maestro d’ascia del cantiere, Angelo “Gitto” Rosaguta, che confermò la storia e rivelò l’esistenza di una terza gemella, San Raffaele. Dai documenti ritrovati da Rosaguta – disegni originali e pagine di una rivista americana – emerse che Ciumbin era ispirata a un progetto di William Atkin, basato sullo stile “double ender” di Colin Archer, adattato da Traverso e Passalacqua per costruire una barca robusta e maneggevole. Un’ulteriore scoperta giunse nel 2016: grazie a una segnalazione online, fu ritrovato
Giorgio Schiaffino, figlio dell’armatore che negli anni 50 aveva acquistato la barca da Dufour, ribattezzandola Ilda in onore della figlia. L’incontro a Viareggio fu emozionante: Giorgio portò foto e un filmato d’epoca che mostrava la barca prima e dopo le modifiche strutturali volute dal padre.
Dopo tanti anni di ricerche e testimonianze, la storia di Ilda si può finalmente dire ricomposta: una barca nata nel 1946 a Recco, passata attraverso più generazioni e ancora oggi viva testimone di un’epoca della cantieristica italiana.