Grifone

Progettista
Thor Olson
Anno di progetto
1962
Cantiere di costruzione
Svinevikens Batvarv (Svezia)
Anno di varo
1963
Lunghezza dello scafo (LOD/LOH)
9,36 mt
Lunghezza in coperta (LOD)
9,36 mt
Larghezza massima
1,89 mt
Immersione
1,70 mt
Certificato di stazza
CIM
Cantiere ultimo restauro
Sezione Velica Marina Militare (La Spezia)
Anno ultimo restauro
2016
Armamento
Sloop
Classe
5.50 metri SI
Materiale scafo
Legno
Bandiera
Italia
Numero velico
ITA 42

Il nome di Grifone va per forza di cose a braccetto con quello del suo timoniere, Agostino “Tino” Straulino, insuperato campione della vela italiana che tanto ha regalato a questo sport ad altissimi livelli mondiali. La Marina Militare dopo la positiva esperienza di Aquila punta su un nuovo scafo di Ohlson con l’obbiettivo preciso dei Giochi Olimpici di Enoshima del 1964.
Ecco che nel 1963 arriva nelle mani di Straulino questo scafo progettato e costruito in Svezia presso il cantiere Svinevikens Båtvarv. Il debutto, con ovviamente i riflettori addosso, avviene alle regate di Alassio del 1963 dove Straulino coglie, con la barca non a punto, un ottimo secondo posto dietro al solo Carcano su Volpina II. A Kiel nell’estate seguente Grifone ottiene un incoraggiante terzo posto in classifica generale mentre in acqua dolce vince la prestigiosa Coppa Bellano sul Lago di Como.
Alle Regate di Genova del 1964 Grifone è in perfetta forma così come il suo timoniere ormai a suo agio nella classe 5.5 m S.I., i risultati sono incoraggianti con la vittoria della Coppa C.O.N.I. e il secondo posto nella Coppa Y.C.I. oltre ad altri ottimi piazzamenti nelle singole prove che gli portano i trofei minori Coppa Rylard e Coppa Società di Navigazione. La stagione prosegue nel migliore dei modi, con la vittoria della Coupe de Paris a Cannes e della Coppa Beniscelli ad Alassio la candidatura olimpica di Grifone non è mai in discussione.
Ad Enoschima, Grifone è nel lotto degli scafi accreditati delle medaglie, Straulino con Petronio e Minervini alle manovre uno degli equipaggi più solidi. La serie di regate è caratterizzata dall’imprevedibilità del tempo e lo scafo azzurro è sempre in lotta per le prime posizioni, solo una beffa della sorte a 500 metri dal traguardo dell’ultima prova fa sfumare il sogno di una medaglia olimpica, ma la prova di Grifone ed equipaggio è maiuscola e nulla si può rimproverare.
La carriera di Grifone non finisce di certo con l’Olimpiade, nel 1965 ancora alle Regate di Genova, vince la Coppa C.O.N.I. e si conferma nel lotto dei migliori scafi nonostante ormai i due anni di età. La consacrazione definitiva arriva ai Campionati del Mondo che si tengono a Napoli: Straulino parte male con una squalifica e due piazzamenti fuori dai primi, poi un recupero senza precedenti che porta all’ultima prova con ancora la possibilità di vittoria. Grifone parte nel gruppo e il favorito, l’australiano Southern Cross, è in testa. Al primo giro il vantaggio è di 1’50” e ben 7 posizioni da recuperare, Straulino e il suo pozzetto sono determinati, con manovre perfette e tattica sopraffina passano in un giro tutti gli avversari e sono secondi ma l’australiano ha navigato in aria libera ed ha alla fine del secondo giro ben 3’30” di vantaggio, un’enormità.
Grifone va fortissimo, le manovre sono perfette e il timoniere mette in campo l’abilità e la freddezza di chi ha già tre mondiali in bacheca. All’ultima boa il vento ruota un po’ e Straulino prova l’ultima mossa: si porta un po’ sopravento per poter alzare, dopo l’australiano, uno spinnaker da lasco. Le barche sono lontane ma su rotte convergenti, l’angolo di Grifone è migliore e cammina meglio, a 700 metri dal traguardo avviene il sorpasso che si tradurrà in una manciata di secondi in favore di Grifone sulla linea d’arrivo. Campione del mondo!
Ancora nel 1966 Grifone è protagonista a Genova con la vittoria della Coppa Pozzani e piazzamenti sempre di alta classifica. Per il glorioso scafo, seppur attempato, c’è ancora una partecipazione ad un mondiale. Strulino si presenta a Copenaghen e aspetta il nuovo scafo che la Marina ha commissionato, Aquilante, un Luders costruito in America che però non arriva per uno sciopero portuale in Inghilterra. Grifone viene portato in fretta e furia in Danimarca per permettere a Straulino di difendere il titolo. Alla fine sarà quinto dimostrando di essere ancora un cavallo di razza, e di non volerne sapere del pensionamento.
Straulino e Grifone hanno indubbiamente un rapporto unico, ancora nel 1967 i piazzamenti nella Settimana di Genova sono invidiabili e dopo una stagione 1968, passata a saltare da una barca all’altra, Strualino torna al timone del “suo” Grifone nel 1969, più per nostalgia che per spirito agonistico quando ormai il destino della classe era segnato.
A differenza di tutti gli altri 5.5 della Marina Militare, Grifone sopravvive agli anni bui della classe italiana e viene riscoperto a metà degli anni 90 da Alberto Dollinar, poi presidente della Classe, che lo riporta sui campi di regata delle principali manifestazioni nazionali ed internazionali. In diverse occasioni Grifone si dimostra ancora la gran barca che fu cogliendo diversi successi tra cui il Campionato Italiano del 2010 nelle acque di casa del Golfo di La Spezia.

Grazie per la ricerca all’ing. Andrea Rossi

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Contributo ricevuto: € 704

Causale: contributo fondo perduto

Progetto: sostegno eventi sportivi

Anno erogazione: 2022

Totali: € 704

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Il comandante è responsabile del comportamento del suo equipaggio e sanzioni possono essere contro di lui adottate, sino alla radiazione dello yacht dalla prova considerata, senza che altre sanzioni siano escluse.

Come valutiamo il valore storico delle imbarcazioni

La denominazione stessa della associazione indica un’attenzione al valore storico piuttosto che quello di età. Certamente le imbarcazioni di legno e di acciaio anteriori al 1951, quelle indicate come barche d’epoca, hanno sempre e comunque il diritto ad essere dichiarate di valore storico, e lo hanno sicuramente anche le barche considerate classiche, cioè costruite in esemplari unici fino al 1984.
Hanno valore storico le barche che hanno compiuto imprese degne di nota anche se sono recenti e appartengono a serie in vetroresina. Per le imbarcazioni di serie sono stati affinati i parametri che le rendono storiche.

Sono ammesse imbarcazioni:

  • in legno costruite in fasciame classico;
  • costruite in lamellare di legno, strip planking, fasciame incrociato, doppio fasciame, compensato marino anteriori al 1980;
  • in acciaio o alluminio il cui progetto/costruzione abbia un valore storico o rappresenti una realizzazione artigianale che dimostri conoscenza delle tecnologie progettuali e costruttive e valore culturale purché anteriori al 1975;
  • in fibra di vetro solo se appartenenti ad alcuni cantieri e progettate da alcuni progettisti che garantiscano la storicità del modello e di costruzione anteriore al 1984.

C&N, Nautor, Baltic, Hinkley, C&C, Solaris, Benello, Nordcantieri, Alpa, Comet sono un esempio di cantieri di cui apprezziamo la produzione e riconosciamo la storicità.
Sparkman&Stephens, Camper&Nicholson, Frers, Peterson, Holland, Carter, Sciarrelli, Vallicelli, Sciomachen sono fra i progettisti di imbarcazione di valore storico.
Sono ammesse le prime 5 imbarcazioni in vetroresina delle serie costruite da qualsiasi cantiere purché anteriori al 1984.
Sono ammesse imbarcazioni di altri cantieri e altri progettisti non contemplati nella lista solo su valutazione del Comitato Tecnico all’atto della richiesta di iscrizione.

Secondo la loro forma di carena, velatura e stima delle performances saranno inserite in adeguate classi in funzione delle condizioni di vento.
La manifestazione può riunire barche costruite in un arco temporale di oltre 100 anni e l’esperienza insegna che, con qualsiasi tipo di handicap, è impossibile confrontare in regata barche così diverse.
Le regate si corrono quindi in tempo reale e le barche vengono suddivise in classi di similitudine di performance in quella data condizione metereologica, valide quindi solo per ogni singola edizione del raduno.
Non è quindi possibile definire in anticipo in quante classi la flotta sarà suddivisa, né in quale classe sarà inserita ogni barca. Le classi saranno note solo alla vigilia del raduno quando sarà chiaro il quadro delle condizioni metereologiche e quindi delle performance che varie tipologie di barche potranno sviluppare.
Per cercare di riparare a ingiustizie che potrebbero evidenziarsi al cambio dell’intensità del vento rispetto a quello previsto, invitiamo i partecipanti a lanciare sfide dirette a quelle barche che, anche se inserite in classi diverse, rappresentano loro diretti avversari; i risultati di queste sfide aiutano a dare soddisfazione ai partecipanti che si sentono mal giudicati dalla classifica generale.
Per le barche d’epoca e classiche iscritte all’AIVE e munite di rating CIM è prevista una classifica in tempo corretto. Anche le imbarcazioni progettate secondo il regolamento IOR, se presenti in numero significativo, potranno essere classificate secondo gli originari compensi ORC.

Ma, vogliamo precisare che il raduno non è solo la regata. Lo scopo della nostra associazione è la salvaguardia delle barche del passato, della storia dello yachting, della progettazione, delle tradizioni nautiche.
Oltre alle prove in mare ci saranno conferenze, visite ai cantieri di restauro, incontri e allegria per tutti.