Ganbare

Progettista
Doug Peterson
Anno di progetto
1973
Anno di varo
1973
Lunghezza dello scafo (LOD/LOH)
10,37 mt
Larghezza massima
3,10 mt
Classe
IOR
Materiale scafo
Strip planking
Superficie velica
68,10 mq
Numero velico
ITA 6088

Ganbare, questo nome dalla fonetica familiare ma dal significato oscuro esprime, in giapponese, il concetto di forza-coraggio. Ed è proprio vero che solo un’intuizione rivoluzionaria può dare la forza ed il coraggio di costruire in sole cinque settimane uno scafo il cui progetto lanciava la sfida ai maggiori architetti del momento in quella che, all’epoca del regolamento IOR, era considerata il circuito della Formula 1 del mare, la One Ton Cup.
Nasce così dalla mente, ancor prima che dalla matita, di Doug Peterson la forma di uno scafo leggero – solo 5400 Kg – dalle forme equilibrate con una sezione maestra tendente al tondo, con pinna applicata, estremità fini ma con il dislocamento distribuito sulla lunghezza e non concentrato attorno alla sezione maestra, malgrado la finezza al galleggiamento. Prora fonda e rotonda ma soprattutto poppa fonda e troncata al dritto del timone che molto grosso e molto interno continua con il suo volume quello della carena. La forma è quella di una barca più grande, ma nel punto in cui la si misura a poppa, lo scafo è scavato e le misurazioni attorno alla zona della catena poppiera risultano favorevolissime.

Questa la genesi di una forma moderna che, a 34 anni dal suo varo, ancora oggi è attuale.
A quei tempi il dislocamento leggero non era ben visto da nessuno: i regatanti gli attribuivano la difficoltà nel risalire il vento ed i diportisti non amavano gli spazi angusti che questi progetti offrivano alla crociera.
Peterson voleva però una barca che, senza essere un gigante, fosse molto veloce. Alla One Ton Cup del 1973 impressionò tutti per la velocità ed anche perché non continuava la logica dei grandi progettisti che si erano affermati nelle ultime regate; Carter e Stephens progettavano barche molto grandi, Ganbare vicino a loro sembrava neanche della stessa classe.
Anche la costruzione era avveniristica, a “strip planking”. Fini corsi di cedro erano incollati gli uni agli altri e prendevano forma con l’aiuto di quattro paratie strutturali e sole dieci ordinate in lamellare di frassino. Il tutto era chiuso con un ponte ed una piccola tuga in lamellare di mogano. Il suo lungo albero di alluminio sporgeva ben 14 metri sul ponte ed una spartana attrezzatura di coperta con solo quattro verricelli formava il suo armamento completato dalla barra del timone anch’essa in legno lamellare.

Le selezioni americane furono vinte con relativa facilità e l’avventura alla One Ton Cup finì con un secondo posto, frutto di una pesante penalizzazione dovuta ad un passaggio contrario dell’Asinara che fingeva da boa di ritorno nella regata più lunga. Tutte le altre quattro prove condotte nelle condizioni meteo più varie, con vento fino a 40 nodi, la videro prevalere.
Il vincitore di quell’anno, l’ammiraglio Straulino, riconobbe la superiorità di Ganbare e ne ha rinnovato il tributo in una delle ultime interviste prima della sua scomparsa.
Per molti anni il suo disegno ha fornito spunti a progettisti di chiara fama e, dopo quel secondo posto, si è sempre battuto nelle prime posizioni vincendo anche una Giraglia in tempo compensato.

E’ stata lunga anche la sua carriera e la cronaca lo vede vincitore per l’ultima volta alla Settimana delle Bocche del 1994. Non sfigura neanche dopo con la nuova stazzatura IMS vincendo nel 1998 a San Remo, a Portofino nel Trofeo Zegna ed alla Nioulargue a Saint Tropez. In quelle occasioni barche ben più moderne finirono di poppa al Ganbare classe 1973!

Nel 2007, dopo un attento restauro presso il Cantiere Pezzini di Viareggio, è tornato al suo spartano splendore. Sono stati sostituiti il trave di chiglia, i due corsi di fasciame adiacenti e lo specchio di poppa. E’ stato revisionato il timone, controllati il ponte e la tuga. Niente è stato concesso ad ammodernamenti e anche l’attrezzatura è stata solo revisionata. Gli interni, come si conviene ad uno scafo nato per la regata, sono rimasti essenziali. La sola concessione alla modernità è un nuovo motore più leggero di quello esistente, sempre mantenendo la medesima linea d’asse e l’elica originale a pale ripiegabili.

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Informativa art. 1 co. 125-129
Legge 04/08/2017 n° 124

Soggetto erogante: Regione Toscana

Contributo ricevuto: € 704

Causale: contributo fondo perduto

Progetto: sostegno eventi sportivi

Anno erogazione: 2022

Totali: € 704

Dichiarazione di responsabilità

Ogni yacht, sotto la sua esclusiva responsabilità, decide se prendere o no la partenza, o se restare in gara.

I concorrenti partecipano alla regata e alla parata a loro rischio e pericolo e sotto la loro responsabilità a tutti gli effetti.

Gli organizzatori declinano ogni responsabilità per i danni che potrebbero subire le persone o le cose, sia a terra che in mare, in conseguenza della partecipazione alla manifestazione.

Si rammenta ai comandanti che essi rispondono personalmente di tutti gli incidenti che possono accadere ai loro yacht e ai loro equipaggi.

Sono dunque essi che dovranno accertarsi che siano state stipulate le assicurazioni necessarie per coprire tutti i rischi, ivi compresi quelli verso terzi. È competenza dei comandanti decidere in base alle capacità dell’equipaggio, alla forza del vento, allo stato del mare, alle previsioni meteorologiche ecc. se uscire o non uscire in mare e prendere parte alle prove in programma.

A seguito di una grave infrazione di comportamento o di spirito sportivo, il Comitato per le proteste (o Giuria) può escludere un concorrente dalla partecipazione alle prove successive, espellerlo dalla competizione o applicare altre sanzioni disciplinari. Ciò sarà applicato non solamente per le prove propriamente dette, ma anche per tutta la durata della manifestazione.

Il comandante è responsabile del comportamento del suo equipaggio e sanzioni possono essere contro di lui adottate, sino alla radiazione dello yacht dalla prova considerata, senza che altre sanzioni siano escluse.

Come valutiamo il valore storico delle imbarcazioni

La denominazione stessa della associazione indica un’attenzione al valore storico piuttosto che quello di età. Certamente le imbarcazioni di legno e di acciaio anteriori al 1951, quelle indicate come barche d’epoca, hanno sempre e comunque il diritto ad essere dichiarate di valore storico, e lo hanno sicuramente anche le barche considerate classiche, cioè costruite in esemplari unici fino al 1984.
Hanno valore storico le barche che hanno compiuto imprese degne di nota anche se sono recenti e appartengono a serie in vetroresina. Per le imbarcazioni di serie sono stati affinati i parametri che le rendono storiche.

Sono ammesse imbarcazioni:

  • in legno costruite in fasciame classico;
  • costruite in lamellare di legno, strip planking, fasciame incrociato, doppio fasciame, compensato marino anteriori al 1980;
  • in acciaio o alluminio il cui progetto/costruzione abbia un valore storico o rappresenti una realizzazione artigianale che dimostri conoscenza delle tecnologie progettuali e costruttive e valore culturale purché anteriori al 1975;
  • in fibra di vetro solo se appartenenti ad alcuni cantieri e progettate da alcuni progettisti che garantiscano la storicità del modello e di costruzione anteriore al 1984.

C&N, Nautor, Baltic, Hinkley, C&C, Solaris, Benello, Nordcantieri, Alpa, Comet sono un esempio di cantieri di cui apprezziamo la produzione e riconosciamo la storicità.
Sparkman&Stephens, Camper&Nicholson, Frers, Peterson, Holland, Carter, Sciarrelli, Vallicelli, Sciomachen sono fra i progettisti di imbarcazione di valore storico.
Sono ammesse le prime 5 imbarcazioni in vetroresina delle serie costruite da qualsiasi cantiere purché anteriori al 1984.
Sono ammesse imbarcazioni di altri cantieri e altri progettisti non contemplati nella lista solo su valutazione del Comitato Tecnico all’atto della richiesta di iscrizione.

Secondo la loro forma di carena, velatura e stima delle performances saranno inserite in adeguate classi in funzione delle condizioni di vento.
La manifestazione può riunire barche costruite in un arco temporale di oltre 100 anni e l’esperienza insegna che, con qualsiasi tipo di handicap, è impossibile confrontare in regata barche così diverse.
Le regate si corrono quindi in tempo reale e le barche vengono suddivise in classi di similitudine di performance in quella data condizione metereologica, valide quindi solo per ogni singola edizione del raduno.
Non è quindi possibile definire in anticipo in quante classi la flotta sarà suddivisa, né in quale classe sarà inserita ogni barca. Le classi saranno note solo alla vigilia del raduno quando sarà chiaro il quadro delle condizioni metereologiche e quindi delle performance che varie tipologie di barche potranno sviluppare.
Per cercare di riparare a ingiustizie che potrebbero evidenziarsi al cambio dell’intensità del vento rispetto a quello previsto, invitiamo i partecipanti a lanciare sfide dirette a quelle barche che, anche se inserite in classi diverse, rappresentano loro diretti avversari; i risultati di queste sfide aiutano a dare soddisfazione ai partecipanti che si sentono mal giudicati dalla classifica generale.
Per le barche d’epoca e classiche iscritte all’AIVE e munite di rating CIM è prevista una classifica in tempo corretto. Anche le imbarcazioni progettate secondo il regolamento IOR, se presenti in numero significativo, potranno essere classificate secondo gli originari compensi ORC.

Ma, vogliamo precisare che il raduno non è solo la regata. Lo scopo della nostra associazione è la salvaguardia delle barche del passato, della storia dello yachting, della progettazione, delle tradizioni nautiche.
Oltre alle prove in mare ci saranno conferenze, visite ai cantieri di restauro, incontri e allegria per tutti.