Nata nel 1923 nei cantieri Camper & Nicholsons di Gosport in Inghilterra, Barbara è uno degli yacht più raffinati e significativi del genio progettuale di Charles Ernest Nicholson, il celebre designer britannico che firmò i più importanti Challenger di Coppa America della prima metà del Novecento.
Commissionata dall’assicuratore londinese Herbert T. Hines, Barbara fu costruita con materiali pregiati – fasciame in teak e pitch pine su ossature di quercia bianca – secondo i più alti standard qualitativi dell’epoca. Portava un armo yawl bermudiano: un’innovazione destinata a cambiare la storia della vela, capace di garantire migliori prestazioni di bolina e la possibilità di navigare con equipaggi ridotti.
Quell’armo, allora avveniristico, sarebbe divenuto nel tempo la configurazione più diffusa al mondo.
Nel 1926 la barca passò al raffinato velista e regatante Harold Francis Edwards, con base a Portsmouth. Suo nipote William Edwards, anch’egli ottimo regatante, ha fornito preziose informazioni sulla barca e sul nonno, ricordando come nel 1966 donò due trofei al Royal Thames Yacht Club come premi “challenge” per la storica Round the Island Race dell’Isola di Wight.
Nel 1928 Barbara fu acquistata dal barone Amaury de La Grange, senatore e pioniere dell’aviazione francese, che la registrò prima a Dunkerque e poi a Cannes. Due anni più tardi passò al comandante Jean de Vogüé, appartenente alla famiglia proprietaria del celebre château di Vaux-le-Vicomte e della maison Moët & Chandon, che in quegli anni diede vita al marchio Dom Pérignon. Ormeggiata fra Cannes e Monaco, Barbara visse le stagioni più affascinanti del jet set internazionale, diventando protagonista di crociere e feste memorabili, incarnando quello stile fatto di glamour, lusso e raffinata eleganza che avrebbe segnato per sempre la sua leggenda.
Nel dopoguerra e fino agli anni Sessanta, l’imbarcazione cambiò più volte armatore e subì alcune modifiche al piano velico, come la riduzione dell’alberatura e la sostituzione del timone a barra con uno a ruota, seguendo la sorte comune a molte barche d’epoca i cui armatori non potevano più permettersi equipaggi professionali. Alcuni interventi di manutenzione e restauro parziale furono eseguiti nei cantieri dell’Argentario e di Monfalcone.
Nel 1998, ormai in cattivo stato di conservazione, Barbara venne trasferita al cantiere Astilleros Mediterráneo di Málaga per lavori di recupero che, tuttavia, non furono portati a termine.
Fu solo nel 2014 che la barca ritrovò il suo destino. L’imprenditore fiorentino, Roberto Olivieri, decise di riportarla in Italia,
affidandola al Cantiere Francesco Del Carlo di Viareggio per un restauro filologico integrale guidato da un team di esperti, tutti soci di Vele Storiche Viareggio. Gran parte dei disegni originali era andata perduta nell’incendio che distrusse gli archivi di Camper & Nicholsons a Gosport nel 1941, ma alcune tavole conservate presso il National Maritime Museum di Greenwich a Londra permisero di ricostruire fedelmente l’assetto e i dettagli costruttivi.
Dopo quattro anni di lavori, nel 2018 Barbara tornò finalmente in mare, veloce ed elegante come nel giorno del varo. Il ritorno fu salutato dal Premio Assonautica assegnato alle Vele d’Epoca di Imperia per il restauro esemplare. Da allora labarca ha preso parte con continuità ai più prestigiosi raduni del Mediterraneo, conquistando numerosi riconoscimenti: la Coppa AIVE del Tirreno, il Sail Rally Challenge dei Cavalieri di Capraia, le Vele d’Epoca Imperia, l’Argentario Sailing Week, il Trofeo Challenge Voscià Giancarlo Lodigiani, il Trofeo Challenge Artiglio, il Challenge Tirrenia II oltre a diversi premi per l’eleganza e la sostenibilità.
Nel 2023, in occasione del suo centenario, Barbara ha celebrato cento anni di storia con un grande tour nel Mediterraneo: 18 tappe, 3.200 miglia percorse e oltre cento appassionati alternatisi a bordo, toccando Italia, Francia, Monaco e Spagna. Un viaggio simbolo del suo spirito senza tempo e della capacità di unire heritage inglese e stile italiano.
Oggi Barbara, che issa la bandiera della Compagnia della Vela di Venezia, continua a essere ambasciatrice di glamour e stile sostenibile: a bordo, grazie al desalinizzatore e potabilizzatore, si evita l’uso della plastica, mentre il tender è spinto da un motore elettrico, nel segno del rispetto per il mare e per il futuro.
A più di un secolo dal varo, Barbara rimane una delle signore del mare più ammirate, perfetta sintesi di lusso discreto, eleganza classica e innovazione senza tempo.