Ilda

Progettista
William Atkin
Anno di progetto
1938
Cantiere di costruzione
La Ligure di Carpenteria (Recco, GE)
Anno di varo
1946
Lunghezza dello scafo (LOD/LOH)
11,20 mt
Lunghezza in coperta (LOD)
11,20 mt
Larghezza massima
2,91 mt
Immersione
2,00 mt
Dislocamento
14.000 kg
Certificato di stazza
CIM
Cantiere ultimo restauro
Cantiere Navale Francesco Del Carlo (Viareggio, LU)
Anno ultimo restauro
2003
Armamento
Cutter Marconi
Materiale scafo
Legno a fasciame classico
Materiale albero e boma
Legno
Superficie velica
69,00 mq
Motorizzazione
Yanmar 110 hp
Bandiera
Italia
Numero velico
ITA 4983
Club o associazione di appartenenza
Club Nautico Versilia, Vele Storiche Viareggio

Ilda fu costruita a Recco nel 1945 e varata nel 1946 col nome di Ciumbin dall’allora proprietario del cantiere, Mario Traverso della Ligure di Carpenteria. La barca fu commissionata dall’amico Paolo Dufour e, nello stesso anno, prese il mare come Gabriella, la barca gemella di Traverso che negli anni 60 fu ribattezzata Oreade dal nuovo armatore. Dopo la morte di quest’ultimo la barca fu abbandonata dagli eredi a Porto Santo Stefano e demolita negli anni ’90.

Lo scafo è realizzato con fasciame e ordinate in pitch pine e il ponte in teak. La poppa è ispirata ai modelli disegnati da Colin Archer e presenta un timone a barra esterno, incernierato sul dritto, che continua fino alla chiglia. Il pescaggio è di 2 m per un dislocamento di 14 tonnellate. In origine, l’albero e il boma erano in legno di douglas.

Successivamente, il cantiere varò anche San Raffaele, una terza gemella ritrovata agli inizi degli anni 80 a Maddalena, con il nome di Fat El Bar. L’armo era quello classico del cutter, con fiocco, trinchetta e un corto bompresso, e la tuga era dotata di due osteriggi: uno più grande per l’ingresso sotto coperta e uno più piccolo a prua dell’albero.

Negli anni 50 Dufour vendette la barca a Giancristoforo Schiaffino, figlio di Hilda Piaggio. Schiaffino, padre di quattro figli (Giorgio, Elena, Franca e Ilda, la maggiore, unica a quanto pare che non soffrisse il mare), decise di cambiare il nome da Ciumbin in Ilda. Molto legato alla barca, apportò delle modifiche per renderla più abitabile e adatta a crociere con famiglia e amici, modifiche che ne definiscono l’aspetto attuale. Gli osteriggi furono sostituiti da un’unica tuga, costruita nella parte superiore in lamellare e rivestita con tela e vetroresina. Furono aggiunti candelieri per formare la battagliola e il pulpito di prua in acciaio, eliminato il bompresso, e l’armo fu trasformato in un sloop con randa e Genova. Anche gli interni in legno di mogano del quadrato e della cabina armatoriale subirono un restyling.

Nel 1964, dopo la morte di Schiaffino, Ilda passò di mano più volte fino a giungere, nel 1976, nelle mani di Giancarlo Cioni, imprenditore fiorentino, che l’acquistò per 7 milioni di lire. Grazie alle ricerche della famiglia, è stato possibile ricostruire una storia dettagliata dell’imbarcazione per merito di un amico di Recco che conosceva l’ultimo maestro d’ascia ancora in vita del cantiere, Angelo Rosaguta detto Gitto (1929-2022), il quale fornì alcuni documenti originali di Pietro Passalacqua, maestro d’ascia e capo cantiere della “Ligure di Carpenteria”. Questi documenti permisero di identificare l’ispirazione progettuale: due pagine della rivista americana Motor Boating degli anni30 riportavano i piani di una barca di 37 piedi e 6 pollici, con poppa a canoa, accompagnati da un disegno a china su lucido che riproduceva il progetto originale. Si ipotizza che Mario Traverso, per costruirsi una barca di medie dimensioni, che navigasse bene a vela e potesse essere manovrata con un equipaggio ridotto, abbia trovato in quella rivista il modello adatto alle sue esigenze, incaricando Passalacqua di realizzarla. Il progetto di Atkin fu così reinterpretato, mantenendo inalterate le linee e le dimensioni dello scafo, ma modificando l’armo a cutter anzichè a ketch come era il progetto originale.
William Atkin (1882-1962) ha realizzato oltre 800 progetti di barche, dai 10′ fino ai 46′, influenzato soprattutto dalle double-ender, barche con la prua simile alla poppa, ispirate agli scafi di Colin Archer.

I primi restauri di Ilda sono stati eseguiti nel 1977 dal Cantiere Romoli di Livorno, con rifacimento del calafato e gommatura del ponte in teak. Negli anni successivi sono stati sostituiti il vecchio pulpito di poppa in ferro (con uno nuovo in acciaio inox di design diverso), i verricelli e il doppio strallo è stato rimpiazzato da uno strallo cavo con rollafiocco. Nel 1982 è stato cambiato anche il vecchio motore.

Il restauro più approfondito è avvenuto nel 2003, ad opera del Cantiere Francesco Del Carlo di Viareggio. I maestri d’ascia hanno restituito a Ilda la sobrietà e l’eleganza delle sue linee originali, pur apportando aggiornamenti: il vecchio ponte in teak è stato completamente rimosso e sostituito, molti bagli sono stati sostituiti e due strati di compensato marino fissati per formare la base della nuova coperta in teak; il trincarino e la falchetta sono stati ricostruiti e le linee dei paraonde nel pozzetto leggermente modificate.

La modifica dell’armo a sloop che operò Schiaffino che non previde la sostituzione delle sartie per portarle fino in testa d’albero, ha causato un grave incidente durante le regate del Trofeo Accademia Navale e Città di Livorno a maggio del 2010. In un bordo di bolina con forte vento di scirocco, Ilda invelata con randa terzarolata ma con tutto genoa ha subito la rottura dell’albero proprio sotto le crocette alte, fortunatamente senza causare danni all’equipaggio. Gli armatori hanno quindi commissionato al Cantiere Francesco Del Carlo un nuovo albero e boma, realizzati con il miglior silver spruce dell’Alaska ed alla fine di giugno dello stesso anno, ha potuto tornare a navigare. 
Il 2026 sarà per Ilda un anno speciale in quanto festeggerà gli 80 anni dal varo ed i 50 di appartenenza alla stessa famiglia.

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Informativa art. 1 co. 125-129
Legge 04/08/2017 n° 124

Soggetto erogante: Regione Toscana

Contributo ricevuto: € 704

Causale: contributo fondo perduto

Progetto: sostegno eventi sportivi

Anno erogazione: 2022

Totali: € 704

Iscrizione Vele Storiche a Punta Ala

Per partecipare solo a Vele Storiche a Punta Ala è prevista una quota di iscrizione di 200€ fino a 12 mt e 300€ per le imbarcazioni di lunghezza superiore.

Avendo un numero limitato di posti barca, questo evento potrà accogliere le prime 15 barche che avranno completato le procedure di iscrizione.

Le iscrizioni verranno chiuse il 12 maggio.

Ogni richiesta successiva a questa data sarà sottoposta all’insindacabile giudizio degli organizzatori.

Compila il modulo (i campi contrassegnati da asterisco sono obbligatori), quindi clicca sul pulsante INVIA.

La quota deve essere versata, contestualmente all’iscrizione, a mezzo bonifico bancario intestato a:
Vele Storiche Viareggio
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Ogni yacht, sotto la sua esclusiva responsabilità, decide se prendere o no la partenza, o se restare in gara.

I concorrenti partecipano alla regata e alla parata a loro rischio e pericolo e sotto la loro responsabilità a tutti gli effetti.

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Il comandante è responsabile del comportamento del suo equipaggio e sanzioni possono essere contro di lui adottate, sino alla radiazione dello yacht dalla prova considerata, senza che altre sanzioni siano escluse.

Come valutiamo il valore storico delle imbarcazioni

La denominazione stessa della associazione indica un’attenzione al valore storico piuttosto che quello di età. Certamente le imbarcazioni di legno e di acciaio anteriori al 1951, quelle indicate come barche d’epoca, hanno sempre e comunque il diritto ad essere dichiarate di valore storico, e lo hanno sicuramente anche le barche considerate classiche, cioè costruite in esemplari unici fino al 1984.
Hanno valore storico le barche che hanno compiuto imprese degne di nota anche se sono recenti e appartengono a serie in vetroresina. Per le imbarcazioni di serie sono stati affinati i parametri che le rendono storiche.

Sono ammesse imbarcazioni:

  • in legno costruite in fasciame classico;
  • costruite in lamellare di legno, strip planking, fasciame incrociato, doppio fasciame, compensato marino anteriori al 1980;
  • in acciaio o alluminio il cui progetto/costruzione abbia un valore storico o rappresenti una realizzazione artigianale che dimostri conoscenza delle tecnologie progettuali e costruttive e valore culturale purché anteriori al 1975;
  • in fibra di vetro solo se appartenenti ad alcuni cantieri e progettate da alcuni progettisti che garantiscano la storicità del modello e di costruzione anteriore al 1984.

C&N, Nautor, Baltic, Hinkley, C&C, Solaris, Benello, Nordcantieri, Alpa, Comet sono un esempio di cantieri di cui apprezziamo la produzione e riconosciamo la storicità.
Sparkman&Stephens, Camper&Nicholson, Frers, Peterson, Holland, Carter, Sciarrelli, Vallicelli, Sciomachen sono fra i progettisti di imbarcazione di valore storico.
Sono ammesse le prime 5 imbarcazioni in vetroresina delle serie costruite da qualsiasi cantiere purché anteriori al 1984.
Sono ammesse imbarcazioni di altri cantieri e altri progettisti non contemplati nella lista solo su valutazione del Comitato Tecnico all’atto della richiesta di iscrizione.

Secondo la loro forma di carena, velatura e stima delle performances saranno inserite in adeguate classi in funzione delle condizioni di vento.
La manifestazione può riunire barche costruite in un arco temporale di oltre 100 anni e l’esperienza insegna che, con qualsiasi tipo di handicap, è impossibile confrontare in regata barche così diverse.
Le regate si corrono quindi in tempo reale e le barche vengono suddivise in classi di similitudine di performance in quella data condizione metereologica, valide quindi solo per ogni singola edizione del raduno.
Non è quindi possibile definire in anticipo in quante classi la flotta sarà suddivisa, né in quale classe sarà inserita ogni barca. Le classi saranno note solo alla vigilia del raduno quando sarà chiaro il quadro delle condizioni metereologiche e quindi delle performance che varie tipologie di barche potranno sviluppare.
Per cercare di riparare a ingiustizie che potrebbero evidenziarsi al cambio dell’intensità del vento rispetto a quello previsto, invitiamo i partecipanti a lanciare sfide dirette a quelle barche che, anche se inserite in classi diverse, rappresentano loro diretti avversari; i risultati di queste sfide aiutano a dare soddisfazione ai partecipanti che si sentono mal giudicati dalla classifica generale.
Per le barche d’epoca e classiche iscritte all’AIVE e munite di rating CIM è prevista una classifica in tempo corretto. Anche le imbarcazioni progettate secondo il regolamento IOR, se presenti in numero significativo, potranno essere classificate secondo gli originari compensi ORC.

Ma, vogliamo precisare che il raduno non è solo la regata. Lo scopo della nostra associazione è la salvaguardia delle barche del passato, della storia dello yachting, della progettazione, delle tradizioni nautiche.
Oltre alle prove in mare ci saranno conferenze, visite ai cantieri di restauro, incontri e allegria per tutti.

Iscrizione Capraia Sail Rally e Vele Storiche a Punta Ala 2025

Capraia Sail Rally e Vele Storiche a Punta Ala

Quota di iscrizione 400€ fino a 12 mt, 500€ fino a 18 mt, 600€ oltre 18 mt.

Per estendere la partecipazione a Vele Storiche a Punta Ala, evento collegato al Capraia Sail Rally, oltre alla quota di iscrizione, è previsto un supplemento di 200€, ridotto a 100€ per i soci VSV.

Vele Storiche a Punta Ala

Per partecipare solo al primo Raduno Vele Storiche a Punta Ala è prevista una quota di iscrizione di 200€ fino a 12 mt e 300€ per le imbarcazioni di lunghezza superiore.

Avendo per questa prima edizione di Vele Storiche a Punta Ala un numero limitato di posti barca, questo evento potrà accogliere le prime 15 barche che avranno completato le procedure di iscrizione.

Per entrambe le manifestazioni le iscrizioni verranno chiuse il 12 maggio.

Ogni richiesta successiva a questa data sarà sottoposta all’insindacabile giudizio degli organizzatori.

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La quota deve essere versata, contestualmente all’iscrizione, a mezzo bonifico bancario intestato a:
Vele Storiche Viareggio
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