Progettista

Philippe Harlè

Anno di progetto

1963

Anno di varo

1970

Armamento

Sloop

Classe

10 Metri S.I.

Materiale scafo

Compensato marino

Lunghezza fuori tutto (m)

6,40

Lunghezza al galleggiamento (m)

5,60

Larghezza massima (m)

2,26

Superficie velica (mq)

25,00

Il Muscadet di Philippe Harlè è una leggenda francese. Agli inizi degli anni '60 il Muscadet ha aiutato a rendere lo sport della vela più "democratico", rendendo abbordabile anche per l'uomo comune il possesso ed il mantenimento di una "barca da crociera". Naturalmente c'erano molti altri progetti pratici ed "economici", ma è il Muscadet, col suo profilo inconfondibile, le sue straordinarie prestazioni d'altura e la sua longevità, a meritare la ribalta come la vera "barca del popolo" francese. Ciò che è più sorprendente riguardo a questa "scatoletta" è il fatto di riuscire a coniugare le doti di piccola e spaziosa barca per la crociera costiera in famiglia, con quelle di un eccezionale "mini ocean racer". I suoi successi in regata sono stati straordinari.

All'inizio degli anni '60, Harlè lavorava alla scuola di vela dei Glénans e si occupava della manutenzione delle imbarcazioni. Di conseguenza fu lui a supervisionare la costruzione e la messa a punto della nuova barca per la scuola d'altura: Glénan; di Jhon Illingworth. Alla fine di una serie di regate di prova della nuova barca Harlè incappò in Louis Blouet, un imprenditore entusiasta per le regate veliche d'altura che gli confidò di essere intenzionato ad incaricare Illingworth della progettazione di un nuovo "ocean racer". Il giovane Philippe, che aveva adempiuto con grande entusiasmo ai suoi incarichi coi Glénans, si offrì di eseguire il nuovo progetto al posto di Illingworth e sorprendentemente Blouet accettò. Malgrado questa grande opportunità, Harlè lavorava ancora ai Glénans quando il prototipo del suo Muscadet fu varato dal cantiere Aubin di Nantes, nel 1963. Completamente costruita in compensato a spigolo, la sua forma tozza dovette apparire quantomeno bizzarra. Claude Harlè, la moglie del nostro, la trovò orribile e, presa una scatoletta di acciughe dalla sua dispensa, la usò come dima per aprire 3 oblò su ciascuna murata.

Con questo accorgimento ed una larga linea di bellezza a contrasto poco sotto al trincarino, l'aspetto del Muscadet risultò leggermente migliorato e la barca, partita da Nantes con mare formato, attraversò il Golfo di Biscaglia facendo vela per La Rochelle dove partecipò alla sua prima regata. Gli equipaggi delle altre imbarcazioni si misero a ridere alla vista di quella piccola "scatola di sapone", ma smisero presto, non appena il Muscadet superò barche più grandi e molto più costose di lei e le lasciò tutte con una bella vista sul suo lato più squadrato, lo specchio di poppa. Quello stesso anno 2 altri Muscadet raggiunsero Glénans dove furono testati da molti membri dello staff ricevendo recensioni eccellenti sul Giornale dei Glénans. Le prestazioni del Muscadet risultarono ottime sia con poco che con molto vento, specialmente con mare increspato e le sue qualità nautiche e veliche, insieme ai costi contenuti, portarono ben presto ad un alto numero di ordinazioni per il cantiere Aubin e fecero si che Harlè lasciasse il suo precedente lavoro per dedicarsi definitivamente all'architettura navale a Parigi. Simpatica l'usanza del progettista di dare ai suoi modelli il nome di qualche vino o cocktail; più di 50 dei suoi disegni furono così nominati e fra questi: Armagnac, Cognac, Scotch, Acquavit,Gros Plant, Cabernet, Sancerre, Pineau, Sauvignon, Sangria ed appunto Muscadet. Fra gli anni '60 e '70 dovunque si andasse in Francia, non si poteva non notare il proliferare di questa classe. Le sue straordinarie qualità marine, anche col mare in tempesta, impressionarono gli equipaggi dei più grandi e tradizionali yacht britannici, che si ritrovavano il Muscadet in crociera (con 3-4 membri d'equipaggio) nelle Isole del Canale, nei porti inglesi meridionali e perfino nel sud-ovest dell'Irlanda. Ed ancora, la combinazione di costi contenuti ed alte performance permetteva anche a dei giovani appassionati di possedere una barca che poteva essere tanto competitiva in regata, quanto funzionale per un'esperienza di crociera d'altura. Nel 1977, quando circa 750 Muscadet invadevano la Francia, fu annunciata la prima Mini-Transat: regata trans oceanica in solitaria per barche con LOA massima di 6,50 mt, da Penzance ad Antigua.

Questa gara, benchè organizzata in Gran Bretagna, attirò un gran numero di giovani velisti francesi e 6 dei 26 partecipanti, navigavano un Muscadet, malgrado il progetto fosse già vecchio di 14 anni. Solo 5 dei 6 finirono la regata, piazzandosi: 4°, 6°, 8°, 11° e 16°. Nel 1979 il modello fu ancora ben rappresentato, anche grazie alla sua evoluzione progettuale sfociata nel "Gros Plant", su uno dei quali gareggiò lo stesso Harlè giungendo 4°. Un altro Gros Plant arrivò 2°, mentre il peggior piazzamento tra i Muscadet fu 17° su 32 partecipanti. Sebbene il Muscadet abbia continuato a dar buona prova di se per tutti gli anni '80, le nuove generazioni di Mini 6,50 lo resero sorpassato; ciò nonostante c'è sempre stato almeno un Muscadet in ogni Mini-Transat fino al 1991. Ancora oggi il progetto resta molto popolare in Francia come "Family cruiser" e grazie all' "Associazione Nazionale dei proprietari di Muscadet" effettua ancora numerose regate di classe, nonché un campionato nazionale di Muscadet.

Il rigido regolamento di classe include 2 regole originali:

1. Gli equipaggi debbono essere "di compagnia" ed impegnarsi a partecipare alle feste ed agli eventi sociali organizzati dal comitato di regata

2. Ogni barca deve avere almeno 1 bottiglia piena di Muscadet all'inizio della regata ed almeno 1 bottiglia (ancora piena) all'arrivo.

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