Cantiere di costruzione

De Vries - Paesi Bassi

Progettista

Carlo Riva

Anno di progetto

1963

Anno di varo

1963

Armamento

Motoryacht

Materiale scafo

Acciaio

Materiale albero e boma

Legno

Lunghezza fuori tutto (m)

22,50

Negli anni 60 per soddisfare le richieste di alcuni clienti che chiedevano yacht più grandi e più comodi degli elegantissimi Aquarama o Tritone, Carlo Riva si rivolse al cantiere olandese De Vries col quale siglò un accordo per realizzare insieme i Riva Caravelle in Olanda.
Da questo magnifico progetto nacquero sette bellissimi motor yacht dislocanti. Tra i motoryacht più affascinanti della storia dello yachting nella loro dimensione. In realtà, i Riva Caravelle sono otto ma l’ultimo è considerato un fuori serie perché costruito su commissione dopo la fine della produzione.
I primi due esemplari, del 1961 e 62, sono lunghi 21,80 mt. Il Caravelle del 1963 viene chiamato prima serie “A” perché con scafo e tuga più lunghi, mt 22,30.
Con la seconda serie, oltre ad un ulteriore allungamento dello scafo a mt 22,50, la tuga acquista linee più moderne e viene dotata di finestrature che le conferiscono un aspetto più panoramico.
Sottocoperta, le tre cabine di poppa hanno, ora, ciascuna il suo bagno e sulla murata di sinistra compare un oblò in più.

Il primo refit di Corbina fu progettato e portato a termine nel 2007 da Davide Mugnaini, di Seven Stars Marina & Shipyard,
grazie anche al prezioso aiuto dell’architetto Carlo Alberto Sforzi, pilastro importante per grandi cantieri viareggini come Benetti, Codecasa e Perini.

Lo spirito con cui è stato eseguito il progetto ha previsto che tutto fosse più possibile fedele all’originale, a cominciare dai materiali.
Per ricostruire l’alberetto stabilizzatore (eliminato dall’ex proprietario) viene ordinato dell’ottimo Spruce in America, e vengono egregiamente recuperati scala reale, candelieri, oblò, cornici, verricello salpa ancora, bussola, cruscotto, ruota e seduta timone.
La coperta è stata integralmente rifatta posizionando il teak a tavole ‘balzonate’ come in origine e tutta la ferramenta di è ricostruita artigianalmente in ottone cromato.
Per quanto riguarda lo scafo in acciaio, sono stati sostituiti 90 mq di lamiera dei fianchi e 12 mq di chiglia.
I motori Rolls Royce originali sono stati sottoposti a revisione completa e oggi funzionano perfettamente, anche se è stato scelto di sostituirli con dei più attuali Mann.
Unica “licenza stilistica”, la spiaggetta di poppa, richiesta armatoriale che Mugnaini ha dovuto concedere per l’uso pratico della barca. Sugli interni, invece, è stato pienamente rispettato il layout dell’epoca del varo, fatta eccezione per la scala, spostata da 180°, per ricavare il salone.

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